Tutti sotto lo stesso tetto – Rivista Consumatori
Qualche regola per una convivenza serena tra bambini e cani.
I cani da sempre occupano un ruolo speciale nella storia evolutiva dell’uomo e nei nostri cuori.
Il 62% delle famiglie ne possiede almeno uno.
Attualmente nella banca dati dell’Anagrafe Animali d’Affezione del Ministero della Salute i cani registrati sono 10.274.672 e secondo un calcolo dell’Istat (Istituto nazionale di statistica) nel nostro paese ce n’è uno ogni 5.890 abitanti.
Quella tra essere umano e cane è una relazione che si perde nella notte dei tempi e che, oggigiorno, si è trasformata principalmente in un rapporto d’affezione. Un legame che va costruito e coltivato con buon senso e seguendo i consigli di un esperto, soprattutto quando sono coinvolti i bambini.
Abbiamo intervistato Claudio Maria Rossi, dirigente veterinario Ats (Agenzia di tutela salute) di Milano che, recentemente, ha organizzato il convegno Cani e bambini sotto lo stesso tetto, dove esperti di varie aree disciplinari si sono confrontati su questo tema.
«Sono sempre più numerose le persone che desiderano accogliere nella propria famiglia un cane, un’esperienza bellissima e importante per i nostri figli ma, affinché la convivenza sia serena e priva di rischi, bisogna seguire qualche semplice regola», spiega il veterinario.
Vien da sé che ogni cane ha il proprio carattere e la propria personalità, così come ogni razza ha predisposizioni comportamentali che sono il risultato di una selezione fatta dall’uomo. Accettare che ogni cane sia un individuo complesso con degli istinti (come del resto l’uomo) è la base per conoscersi a vicenda e comprendersi.
Pensare di equiparare un animale all’essere umano, antropomorfizzarlo, è la prima forma di mancanza di rispetto, perché significa non comprendere il valore del confronto con un’alterità diversa da noi e con delle capacità e potenzialità che spesso sottovalutiamo.
«Per prima cosa – ammonisce il veterinario – il bambino non deve essere mai lasciato solo, né quando è in culla, né quando è più grandicello e ha imparato a gattonare o a camminare. E in tutte
queste fasi, ma anche quando il bambino è più grande, il cane dovrebbe avere la possibilità di ritirarsi in uno spazio riservato a lui se lo desidera o in caso di disagio. Una situazione tipica è quando vengono gli ospiti a farci visita creando situazioni di rumore o confusione. L’arrivo di un bebè è una gioia ma è anche destabilizzante, non solo per mamma e papà, ma anche per un cane abituato alla routine e a essere figlio unico. Quando il lieto evento si avvicina non dimentichiamoci del nostro fedele amico, abituiamolo alla culla, ai seggiolini e ai nuovi odori (creme e borotalco), così come al pianto del bambino. Possono essere utili dei cd che riproducono i suoni dei neonati. E poi creiamo un luogo dove possa sentirsi protetto, se necessario. Quando il piccolo è arrivato a casa cerchiamo di non trascurare il nostro amico a quattro zampe, ricordiamoci di accarezzarlo e rassicurarlo».
Il momento forse più delicato è quando il bambino inizia a esplorare e a interessarsi al mondo esterno di cui fa parte anche il nostro cane.
«È proprio così – sottolinea il dottor Rossi – in questa fase i bambini vanno costantemente monitorati. Non permettiamo a nostro figlio di abbracciare, baciare, inseguire il cane, tirargli il pelo, le orecchie o la coda. Non lasciamo mai che entri nella sua cuccia o nell’area a lui dedicata. Insegniamo al bambino a non avvicinarsi alla ciotola del cibo e a non prendere niente dalla
stessa. Premiamo sempre il cane, con una carezza per esempio, quando resta calmo alla presenza del bimbo e mi raccomando, anche in questa fase, riserviamogli uno spazio dove possa andare quando non vuole restare in compagnia del bimbo. Il cane mostra il suo disagio con segnali posturali che dobbiamo imparare a decodificare: sbadiglia, anche se non ha sonno, si lecca le labbra, anche se non ha fame e non ha mangiato, distoglie lo sguardo, cerca di allontanarsi se gli viene permesso di farlo, oppure ringhia».
È importante sapere che il 70 % degli episodi di morsicature viene registrato nei confronti di bambini della propria famiglia proprio in età pre-scolare o scolare. Bisogna insegnare loro come relazionarsi correttamente, per esempio lasciando tranquillo l’animale se non ha voglia di giocare e chiedendo sempre il permesso di accarezzare un cane che non si conosce al suo proprietario quando si incontra per strada.
Anche i nonni e le tate che saltuariamenteaccudiscono i nostri figli devono essere istruiti su come comportarsi perché il cane, con persone più o meno estranee per casa, potrebbe reagire diversamente dal solito. Ogni dubbio deve essere condiviso con il veterinario che saprà consigliarci al meglio.
E che fare se vogliamo invece adottare un cane quando c’è già un bambino?
«Bisogna parlare con il pediatra – suggerisce Claudio Rossi – per sapere quando il piccolo è in grado di comprendere la relazione con un altro essere vivente e allo stesso tempo chiedere consiglio al veterinario per farsi guidare nella scelta del cane più adatto. Meglio evitare il cucciolo in favore di un soggetto adulto il cui carattere è già formato, è sbagliato pensare che più piccoli sono più facile è educarli come vogliamo noi. Anche un cane già cresciuto non avrà problemi a inserirsi nel gruppo familiare. Per il resto valgono le stesse regole che abbiamo elencato».
Gli animali sono un valore nella nostra società e finalmente anche nella cultura giuridica ricevono una diversa attenzione rispetto al passato: per la Corte di Cassazione l’animale non può essere più collocato nell’area semantica concettuale delle cose, ma deve essere riconosciuto come essere senziente – il gatto, come anche il cane, deve essere considerato come membro della famiglia e per tali motivi va collocato presso il coniuge separato con regolamento di spese analogo a quello del figlio minore.
La norma che ha liberalizzato l’ingresso degli animali domestici in condominio è entrata in vigore nel 2013, modificano l’articolo 1138 del Codice civile e disponendo che le norme del regolamento condominiale non possono vietare di possedere o detenere animali domestici.
Articolo di Silvia Amodio pubblicato sulla rivista Consumatori – edizione Lombardia di aprile 2018.