La fuga dei rifugiati ucraini, con al seguito cani e gatti
Dall’attacco da parte della Russia degli scorsi giorni nei confronti dell’Ucraina, quasi 500mila persone sono fuggite dalla loro nazione per recarsi negli stati europei confinanti. Con loro, come abbiamo visto sui social, gli animali da compagnia: moltissimi hanno deciso di non lasciarli indietro e di portarli con sé, un’immagine che ha colpito molto chi ama gli animali.
Le regole in vigore nell’Unione Europea prevedono che cani e gatti in arrivo da un paese extra europeo siano vaccinati e abbiano un esame del sangue negativo per la rabbia.
In molti casi, come è normale che sia in una situazione straordinaria come quella contemporanea, questi cani e gatti non sono in regola con le normative europee sulla movimentazione degli animali domestici. Alcuni paesi – Romania, Polonia, Ungheria e Slovacchia – hanno già messo in atto delle deroghe al regolamento europeo, con la modifica o la rimozione completa di questo tipo di blocchi, permettendo ai rifugiati di varcare i confini con i loro animali domestici.
Il viaggio verso la sicurezza degli ucraini con i loro animali, però, potrebbe dover continuare e non fermarsi negli stati confinanti: per esempio, anche nella nostra nazione, dove molti rifugiati potrebbero raggiungere conoscenti e familiari della nostra vasta comunità ucraina in Italia, che è di oltre 200mila persone.
Anche la nostra nazione ha preso una posizione sul tema: nel pomeriggio di lunedì 28 febbraio, come riporta ENPA, è stata firmata dal ministro della salute Speranza una nota che consente l’ingresso in deroga, in Italia, degli animali da compagnia provenienti dalle zone di guerra.
In attesa di una veloce risoluzione del conflitto, continuiamo a sostenere Fondazione Soleterre e le loro attività nei territori del conflitto in Ucraina: è possibile contribuire alla loro lodevole attività anche effettuando una donazione diretta dal loro sito internet.