Il Milanese Imbruttito – Rivista Consumatori
Il milanese più noto del web è il testimonial della campagna per incoraggiare le adozioni responsabili di cani e gatti.
Alimenta l’Amore ha affidato al team de Il Milanese imbruttito il compito di creare un video per incoraggiare le adozioni responsabili degli animali d’affezione.
La scelta è caduta su di loro perché l’ironia può essere uno strumento di comunicazione potente. Uno stile evidentemente apprezzato anche sul web con un seguito di oltre un milione e mezzo di followers.
Il progetto è stato patrocinato dal Comune di Milano e realizzato con la collaborazione del canile municipale.
Gli animali ci rivelano molte informazioni sulla nostra società. La massiccia presenza di soggetti ceduti al canile da proprietari che non se li “possono più permettere”, per esempio, racconta la crisi economica che stiamo attraversando, di cui, fra gli altri, fanno le spese anche loro. Numerosi sono anche quelli sottratti agli accumulatori seriali, un disturbo psichiatrico (animal hoarding) più frequente di quanto immaginiamo.
Lo spot suggerisce di adottare un amico quattrozampe in un canile o in un gattile, piuttosto che acquistarlo. Invita le persone a dimostrare di avere senso civico raccogliendo le deiezioni dei propri animali e a trattare i cani da cani e non da bambini. Sì, perché il più bel regalo che possiamo fare ai nostri amici animali è proprio quello di rispettare la loro natura.
È stata molto discussa la scelta del protagonista del video, il cane che, nella finzione, viene adottato dall’imbruttito e da suo figlio. Alla fine, è stato scelto Tigro, un meticcio che un anno fa ha perso una zampa. Una scelta sicuramente molto forte quella di avere un protagonista con tre zampe, ma anche piena di significato, perché Tigro ha il senso di una metafora che ci suggerisce di riflettere sul valore del diverso in senso più ampio.
Abbiamo scritturato attori-cani senza famiglia con la speranza che questa popolarità gliene regali una.
A Federico Marisio abbiamo chiesto com’è nato il successo de Il Milanese imbruttito.
«È nato per caso, insieme ad altri due amici, Tommaso Pozza e Marco De Crescenzio. Siccome siamo tutti di fuori Milano, notavamo che il tipico milanese ha dei comportamenti, dei modi di dire e di fare molto particolari. Così, nel 2013, abbiamo creato una pagina che raccontava queste caratteristiche, forse chi è di Milano non le nota, ma il nostro occhio esterno poteva coglierle.»
E Germano Lanzoni, il protagonista imbruttito, come è arrivato da voi? «In modo curioso» racconta Federico. «Siamo grandi fan del Terzo Segreto di Satira, un collettivo che fa video molto divertenti. Un giorno ne abbiamo visto uno dove recitava il nostro portinaio. Gli abbiamo chiesto come mai e ci ha spiegato che il loro ufficio era accanto al nostro! Ci eravamo incontrati e salutati centinaia di volte, ma non sapevamo chi fossero! Siamo presto diventati amici e insieme abbiamo pensato di trasformare il Milanese, che all’epoca era solo un prodotto grafico, in un video. Sono stati loro a presentarci Germano, con il quale abbiamo fatto il primo lavoro. Avevamo un po’ di timore a dare un volto al nostro progetto, invece ha funzionato. È un risultato semplice, ma non banale. Sono molto contento di aver girato questo video, avevo paura a lavorare con dei cani non professionisti, invece sono stati tutti bravissimi. Tigro, il protagonista, sembrava davvero il cane del Milanese.»
Chiediamo a Germano Lanzoni, il protagonista umano di questo video, che rapporto ha con gli animali. «Il mio segno zodiacale cinese è quello del cavallo, ho sempre cercato una relazione metafisica, orientale ed empatica con gli animali. Questo vi spiega perché vado dallo psicologo… A parte gli scherzi, ho avuto diversi cani nella mia vita, con uno di questi, Axita, è stata una lunga storia d’amore. In questo momento non posso pensare di prendere un animale. È stato bello lavorare a questo spot, i cani sono stati fantastici. Tanti anni fa ho fatto anche il volontario a Monza perché la responsabile del canile era piuttosto affascinante… Così ho fatto lo splendido e mi sono offerto di dare una mano. Ahimè, lei è rimasta fedele al suo fidanzato e io ho continuato a spalare cacca… battuta a parte, è stata un’esperienza importante che vorrei facessero anche le mie due bambine, appena saranno grandi abbastanza.»
Articolo di Silvia Amodio pubblicato sulla rivista Consumatori – edizione Lombardia di giugno 2019.