I City Angels beneficiari del progetto Alimenta l’Amore – Rivista Consumatori
Crocchette e carezze per i cani dei senzatetto: anche aiutare gli animali è un gesto di civiltà. I protagonisti ci spiegano perchè.
I City Angels, riconoscibili dalla divisa rossa e dal basco, non hanno bisogno di presentazioni a Milano, sono gli angeli che girano per la città, di giorno, ma soprattutto di notte, quando c’è più bisogno di loro. Per 365 giorni all’anno vigilano in centro e nelle periferie collaborando con le forze dell’ordine e portando, dove c’è bisogno, una parola di conforto e un aiuto concreto, liberi da ogni credo politico e religioso.
I City Angels sono anche tra i beneficiari di Alimenta l’Amore perché insieme agli umani non si dimenticano dei nostri amici animali.
I City Angels sono stati fondati nel 1994 da Mario Furlan, l’anima dell’associazione, dopo una lunga esperienza di volontariato sul campo.
Il successo di questo modello si è esteso anche in altre 18 città italiane, oltre che in Svizzera. I volontari sono impegnati in una vera e propria missione umanitaria a 360°.
Ogni giorno assistono 3mila senzatetto su tutto il territorio nazionale, ma non si tirano indietro di fronte a chiunque abbia bisogno: dal turista che non sa orientarsi alla signora anziana che deve essere aiutata per la spesa, fino a prendersi cura anche di animali feriti o maltrattati. Perché come dicono loro, non c’è limite al bene che si può fare. A Milano sono stati organizzati tre grandi centri di accoglienza che ospitano le persone in difficoltà dando loro cibo, indumenti e la possibilità di seguire dei corsi per reintrodursi nel mondo del lavoro, riacquistando la dignità e la voglia di ripartire.
Dario, un “angelo” storico, ha iniziato come volontario e oggi è regolarmente assunto dall’associazione.
Questa è la sua storia. «Sono di origine albanese – racconta -, sono andato via dal mio paese nel 1991, perché mi stava stretto, volevo un’autonomia di pensiero. Dopo essere stato in Grecia, Scandinavia e Danimarca, sempre accompagnato da mia moglie e mio figlio, sono arrivato in Italia nel 2004. Sono un autista professionista, in Albania i mezzi di trasporto erano di proprietà dello Stato e per avere questa qualifica bisognava studiare due anni, uno per la teoria e uno interamente dedicato alla pratica perché dovevamo essere in grado di riparare i mezzi che ci venivano assegnat». «Quando sono arrivato ero senza documenti regolari e non è stato facile. Poi ho incontrato i City Angels – prosegue Dario – che mi hanno aiutato in tutto, anche nelle piccole cose, erano come una seconda famiglia. Dopo aver ottenuto i documenti e trovato un lavoro sono diventato volontario e alla fine sono stato assunto. Mi occupo del coordinamento dell’attività mobile che ogni sera aiuta i senzatetto. Oltre ad essere dipendente sono ancora volontario. Sono stato aiutato e ora voglio aiutare, per me è una grande soddisfazione poter ricambiare il bene che mi è stato fatto. Sono varie le ragioni che stanno dietro a un essere umano che vive in strada. Talvolta sono decisioni personali dettate dalla voglia di non sottostare alle regole e agli orari che vengono imposti nei nostri centri. Altre volte sono individui che hanno inciampato in una scelta sbagliata o si sono ritrovati, a causa della crisi, senza un lavoro. Alcuni invece, soprattutto negli ultimi anni, sono padri separati che hanno perso tutto».
Capita spesso di vedere queste persone accompagnate da un animale, quasi sempre un cane. Sono compagni di sventura che rimangono accanto al proprio padrone nella buona e nella cattiva sorte. Il cane non giudica come sei vestito, che lavoro fai, se guidi una macchina sportiva o se vivi in un attico lussuoso. Offre amore incondizionato senza chiedere e senza fare domande. Per molti senzatetto un animale è un vero e proprio punto di riferimento affettivo.
«È proprio così – conclude Dario – gli animali sono molto importanti da un punto di vista emotivo e psicologico, è giusto aiutare anche loro. Negli anni abbiamo incontrato molte persone che non volevano andare nei dormitori senza il loro animale, separarsi da loro sarebbe stata una profonda sofferenza. Per questa ragione due delle nostre strutture, Casa Silvana e L’Oasi del Clochard, sono organizzate in modo tale che anche il cane possa entrare ed essere accolto con una carezza, una cuccia pulita, una ciotola di acqua e cibo. Vedere la tristezza anche negli occhi degli animali stringe il cuore».
«Ricordo un ragazzo che non voleva assolutamente separarsi dal suo cane – aggiunge Mario Furlan – per lui era la sua famiglia, preferiva dormire in strada, al freddo, piuttosto che allontanarsi dal suo amico. Per questa ragione siamo molto contenti di essere parte del progetto Alimenta l’Amore, che ogni mese ci consegna cibo sufficiente per soddisfare le richieste dei nostri utenti. Avere attenzione anche nei confronti degli animali è un gesto di civiltà».
Articolo di Silvia Amodio pubblicato sulla rivista Consumatori – edizione Lombardia di maggio 2018.